La fantasia degli dei e l’avventura umana

Fantasia-degli-deiL’opera più sconvolgente di Alain Daniélou

Appoggiandosi su molteplici testi antichi, gran parte dei quali inediti in Occidente, Alain Daniélou illustra qui compiutamente la storia delle umanità precedenti e la grande avventura della presente umanità … fino all’orlo del precipizio.
Il lettore incontrerà in questo libro una vera e propria sintesi del pensiero di Alain Daniélou sulla tradizione indiana. L’esposizione, di grandissimo respiro e per molti versi unica, riflette la personalità dell’autore e la sua esperienza privilegiata in India.

Formato: 13,5 x 21 cm, Pagine: 296, ISBN: 9786709466569 Prezzo: € 18,00

La Via del Noh

10covernoh_fronteUdaka Michishige: attore e scultore di maschere

Fabio Massimo Fioravanti

Un viaggio fotografico alla scoperta del teatro Noh, una delle forme d’arte più segrete della cultura giapponese, al seguito di uno dei suoi massimi interpreti: il Maestro Udaka Michishige, attore di Noh e scultore di maschere, designato dal governo giapponese come Rappresentante di un Bene Culturale Nazionale Intangibile.

Formato: 17x23 cm, Pagine: 128 illustrate, ISBN: 9788889166995123 Prezzo: € 18,00

Recensione la Strada per Mandalay

Daily, M0stra internazionale d’arte cinematografica di Venezia 2/9/2016

La strada per Mandalay
Autobiografia di un fumatore d’oppio

H.R.Robinson

Dai tempi in cui Kipling decantava la strada per Mandalay in un suo celebre poema alla storia dei clandestini e dei trafficanti di uomini che compiono questo percorso tra Birmania e Thailandia, raccontata da Zai Jian Wa Cheng in anteprima mondiale alla Giornata degli autori, sono passati piû di cento anni. Ma anche allora la Mandalay mitica dagli stupendi panorami e la inestricabile religiositá celava aspetti non rassicuranti. Ne é testimone George Orwell che recensiva cosí la Strada per Mandalay ritratto di un oppiomane di Robinson. “Ufficiale dell’esercito indiano, distaccato presso la polizia militare della Birmania, viene licenziato nel 1923 e si stabilisce a Mandalay ove si dedica quasi esclusivamente all’oppio, nonostante un breve interludio come monaco buddista e i tentativi andati a vuoto di rimettere in funzione una miniera d’oro e gestire un autonoleggio….al momento dell’arresto tenta il suicidio….come da proposito si spara negli occhi perdendo la vista per sempre.

Sotto l’influenza della droga, sente di essere possesuto da una saggezza quasi divina, ..consapevole di conoscere il segreto dell’universo, che al risveglio non riesce mai a ricordare. Una notte..prende un taccuino e una matita per annotare la frase in cui é racchiusa tutta la saggezza: la banana è deliziosa, ma la buccia è insuperabile.”

Conclude Orwell :” il libro é un piccolo contributo alla letteratura sull’oppio…ma i fatti narrati sono veri”.

 

Komatsu Sakyō 小松左京

Komatsu Sakyō (1931-2011), pseudonimo di Komatsu Minoru (小松実), nasce a Osaka ma durante l’infanzia si sposta più volte all’interno del Kansai fino a stabilirsi a Kyoto per gli studi universitari, città in cui consegue una laurea in Letteratura Italiana con una tesi su Pirandello. Insieme a Tsutsui Yasutaka (n. 1934) e Hoshi Shin’ichi (1926-1997) è considerato uno dei tre padri della science fiction giapponese e gran parte della sua produzione prevede ambientazioni futuristiche in cui l’essere umano si trova a confronto con calamità naturali e catastrofi che rischiano di causarne l’estinzione.  Cresciuto negli anni del secondo conflitto mondiale, come accade per altri autori legati al medesimo genere, le sue opere sono ampiamente influenzate dalla sconfitta subita dal Giappone, che sovente si riflette nei ritratti creati dall’autore di un paese sul punto della disgregazione e della distruzione totale. Frutto di tale sensibilità è Nihon chinbotsu 日本沈没 (Il Giappone affonda, 1973), il lavoro più conosciuto di Komatsu e di cui si hanno anche riadattamenti manga, televisivi e cinematografici di ampia risonanza: realizzata nell’arco di nove anni, l’opera si dipana intorno alla figura di un geografo che, da uno studio dei fondali marini, giunge a scoprire che nell’arco di appena due anni l’intero Giappone sarebbe stato sommerso dalle acque e divenuto pertanto invivibile. L’idea di base da cui scaturisce il romanzo è ipotizzare la sorte del popolo giapponese – fortemente radicato nel suo particolarismo culturale – qualora si trovasse nella condizione di dover abbandonare il paese, ma l’autore sceglie di modificare tale orientamento in itinere per focalizzare la propria attenzione su aspetti riguardanti tecnologie e macchinari – passione trasmessagli dal fratello maggiore, un ingegnere meccanico – arrivando a introdurre nel narrato strumentazioni e strutture industriali non ancora in uso o solo in fase di sperimentazione all’epoca della compilazione dell’opera, quali l’attuale Aeroporto Internazionale di Narita o il sottomarino utilizzato dal protagonista per scendere negli abissi a una profondità di diecimila metri. In realtà è molto più ampia la gamma di generi letterari attraverso i quali si esprime l’arte di Komatsu e non mancano lavori riconducibili al modo fantastico: per quanto riguarda i romanzi, il suo approccio al sovrannaturale appare sempre vincolato da una struttura basata sul sapere scientifico, mentre invece nei racconti brevi la componente razionale si perde lasciando spazio al fantastico, come accade ai protagonisti di Yūrei jidai 幽霊時代 (L’era dei fantasmi, 1968) che compiono un viaggio nel mondo dei defunti. Famoso per essere un grande amante dei gatti, fin dall’età di 4 anni ne alleva alcuni in casa propria e anche dopo il matrimonio e il trasferimento in un’abitazione di modeste dimensioni non rinuncia a circondarsi di animali. Diverse sono le opere in cui viene rappresentato un felino, ma è il breve saggio Wagaya no geba neko 我家のゲバ猫 (Il nostro gatto attaccabrighe, 1976) a fornire un vivido spaccato del rapporto tra lo scrittore e il suo gatto: qui Komatsu illustra il carattere di Ciao, l’animale che ha accudito insieme alla moglie, un bizzarro gatto che preferisce frutta e verdura al pesce e che per saziare la sua fame di vegetali giunge addirittura a rubarli dalla bancarella del fruttivendolo tra lo sgomento del suo padrone e del commerciante.

(Scheda di Diego Cucinelli)

Umezaki Haruo 梅崎春生

Umezaki Haruo (1915-1965) nasce nel sud del Giappone, nella città di Fukuoka, nel Kyūshū: particolarmente legato alla sua terra, la abbandona malvolentieri per stunella capitale, come era in uso tra i ragazzi dell’epoca. Si specializza in Letteratura presso l’Università Imperiale di Tokyo e subito dimostra talento, facendosi notare per alcuni racconti pubblicati su importanti riviste letterarie tra cui Waseda Bungaku (Letteratura di Waseda). Negli anni della guerra è arruolato nell’esercito e inviato a Kagoshima in qualità di addetto ai cifrari e alla decodificazione delle intercettazioni. È un periodo che segna fortemente Haruo, determinando le future scelte in campo letterario: le sue produzioni più celebri infatti appartengono al genere della letteratura di guerra (sensō bungaku 戦争文学), con opere spesso ambientate nelle stesse terre in cui lui prestava servizio nell’Esercito. Sakurajima 桜島 (1946), a cui tutt’oggi deve gran parte della fama raggiunta, si ambienta sull’omonima isola al largo della costa meridionale del Kyushu e consiste nel reportage delle ultime battute della guerra da parte di un addetto alle comunicazioni dell’esercito giapponese. Ricco di approfondimenti sul mondo psicologico del protagonista, mette in luce il suo sentimento di desolazione e disperazione: il suo mondo interiore si riflette nell’ambiente circostante, del quale l’occhio dell’uomo sottolinea particolari legati alle idee di “devastazione” e “sconfitta”. Il suo rapporto con i gatti, invece, mette in evidenza i lati più allegri della personalità di Haruo, sia negli scritti ispirati alla vita privata sia in quelli appartenenti agli altri generi sperimentati dall’autore – quali, a esempio la fiaba, come nel racconto racchiuso nel presente volume – nei quali abbondano figure feline descritte dall’autore con cura dei dettagli e stile vivace. In particolare, il romanzo Karo sandai カロ三代 (Le tre generazioni di Karo, 1952), illustra in senso diacronico l’attaccamento dell’autore agli animali attraverso le tre “reincarnazioni” di Karo カロ, i tre gatti da lui posseduti: dopo la morte del primo, il ricordo del quale non lo abbandona mai, decide di assegnare lo stesso nome ai due di cui si prende cura negli anni a seguire. Indipendentemente da ogni legame di sangue, i tre felini si trovano legati da un rapporto onomastico, eppure questa non è l’unica peculiarità rivelata in Karo sandai: il protagonista umano del romanzo, infatti, ha l’abitudine di picchiare “Karo III” con degli scaccia-zanzare di bambù posizionati appositamente in più punti dell’abitazione. Il particolare non sfugge agli amanti dei gatti e, stando a quanto affermato da Etsu, la moglie di Haruo, subito dopo la pubblicazione dell’opera lo scrittore viene investito da una pioggia di lettere di protesta dei lettori. Nell’intervista rilasciata, Etsu non manca poi di sottolineare come il protagonista del romanzo non abbia nulla a che fare con la figura dello scrittore che, dal canto suo, non ha levato la mano su nessuno dei suoi adorati gatti. Haruo, infatti, a proposito di questo episodio non manca di sottolineare con sprezzante ironia che «se in un romanzo si racconta un omicidio nessuno ha nulla da dire, ma se invece a essere ucciso è un gatto allora si alza un polverone incredibile: roba da matti!».

(Scheda di Diego Cucinelli)

Antonio Carlos Jobim

JOBIMUna biografia

Sérgio Cabral

La storia, seguita passo, passo di una straordinaria vicenda umana ed artistica di uno dei maggiori compositori della musica popolare urbana del 900 a livello internazionale:

Antonio Carlos Jobim (1927-1994). Tom e la sua rivoluzione hanno ispirato inoltre la più straordinaria generazione di compositori che il Brasile abbia mai conosciuto, come Chico Buarque de Hollanda, Caetano Veloso, Gilberto Gil, Edu Lobo, João Bosco e altri.

Sergio Cabral. Classe 1937, giornalista, scrittore, compositore, autore, memoria storica del samba, di cui detiene il più grande archivio privato del Brasile, biografo dei protagonisti più significativi della storia della musica popolare brasiliana del 900,  sua la monumentale opera della Storia delle scuole di samba di Rio de Janeiro. Sérgio Cabral è stato spesso legato da rapporti di amicizia con i soggetti delle sue biografie, come nel caso di Tom Jobim, caratteristiche che si traduce in una particolare densità e prossimità delle storie narrate e quindi in un privilegio per i lettori, che così ripercorrono da vicino tali vicende.

Formato: 13,5x21 cm, Pagine: 416 illustrato, ISBN: 9788889466629 Prezzo: € 25,00

Attraverso l’Etiopia

etiopia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pino Ninfa

Le suggestive fotografie di Pino Ninfa accompagnano un viaggio carico di emozioni in una terra dalle straordinare bellezze e ricchezze. Viaggio che si snoda su tre percorsi:
la Rotta Storica nel corno d’Africa, caratterizzata dal ricco patrimonio culturale ed etnico; la Rotta della solidarietà, dove eccellenti medici e oculisti combattono senza tregua per migliorare la salute e la vista dei piccoli pazienti e infine la Rotta della valle dell’Omo, in un ambiente vario e di forti contasti, soprattutto incontaminato e fuori dai circuiti turistici.
Un appassionato omaggio all’Etiopia, per ritrovare il piacere e il gusto di lasciarsi andare ai posti, al folclore, alla gente.

Formato: 27 x 23,5 cm., Pagine: 120 a colori/cartonato, ISBN: 8889466261 Prezzo: 30,00

Recensioni La via di Paolo e Giovanni

Dal Sole 24 ore

sole24 paolo e giovanni

Dal Giornale di Brescia del 5/04/2008

“Lungo le vie di Giovanni e Paolo per incontrare Gesù Cristo”
di Maurizio Schoepflin

Cinque settimane di viaggio da Bari a Istanbul per raccontare i luoghi della spiritualità orientale, dove San Paolo ha svolto la sua predicazione e San Giovanni ha scritto il quarto Evangelo. Prendendo le mosse da una trasmissione radiofonica andata in onda tutti i giorni, in diretta, dal primo maggio al due giugno 2006, questo volumetto ripercorre fedelmente le cinque settimane di viaggio dal capoluogo pugliese all’antica Bisanzio, durante le quali una diversa coppia di conduttori si è avvicendata al microfono, narrando luoghi, incontri, impressioni e riflessioni.
Sotto gli occhi del lettore scorrono Olimpia e Corinto, Atene e Salonicco, il Monte Athos e l’isola di Patmos, Efeso e Smirne. Dopo il Cammino di Santiago e la Via Francigena, Sergio Valzania, direttore dei programmi di radio Rai, e i suoi collaboratori, tra i quali spicca il noto uomo di spettacolo David Riondino, hanno scelto di andare a oriente, dove sono le radici della nostra civiltà e dove sono germogliati i primi semi della predicazione del Vangelo. Valzania ricorda al lettore che il Dio dei cristiani si sposta di frequente, ama cambiare luogo e spesso sceglie il deserto per incontrare gli uomini.
Abramo, il padre della fede, compì una lunga migrazione; Mosé guidò l’Esodo; Gesù Cristo si fece itinerante per proclamare la Buona Novella. Mettersi in cammino diventa dunque una condizione privilegiata per entrare in relazione con il Signore, seguendo le tracce di uomini come Giovanni e Paolo che si posero alla sequela di Cristo fino all’ultimo giorno della loro vita.

La via di Paolo e Giovanni

La via di Paolo e GiovanniDa un programma della direzione di Radio Rai 3

La Via di Paolo e Giovanni ripercorre, con molteplici foto a colori, il viaggio raccontato nel corso della trasmissione radiofonica itinerante andata in onda dal 1 maggio al 2 giugno 2006, su Rai Radio3.

 

 

 

Da Bari a Istanbul, passando dalle Meteore, dal Monte Athos e navigando su una barca della Marina Militare da Kavala alla Turchia, Cinque tappe raccontate da una coppia di conduttori:

I giornalisti Paola Scarsi e Sergio Valzania (direttore dei programmi di Radio Rai) hanno attraversato Bari Patrasso Olympia, Mistras, Corinto e Atene;

La sceneggiatrice Linda Brunetta, e il giornalista Alessandro Cannavó, hanno attraversato Atene, Kalambaka, le Meteore e Salonicco;

L’attore David Riondino, e lo scrittore Giorgio Montefoschi, hanno attraversato Ouranopoli, il Monte Athos, Filippi e Kavala;

La giornalista Stefania Scateni e Sergio Valzania, hanno attraversato Kavala (4 giorni di navigazione sulla barca della Marina Militare Orsa Maggiore), Chios, Patmos e Kusadasi;

Infine il giornalista Antonio Bozzo, e Lorenzo Sganzini, (direttore Rete Due Radio Svizzera in lingua italiana) hanno attraversato Efeso, Selcuk, Smirne e Istanbul (incontro col Patriarca Ortodosso).

Recensioni

Formato: 11 x 27 cm., Pagine: 160 a colori, ISBN: 8889466162 Prezzo: 12,80