Storia e spiritualità del monte Athos

Storia del monte AthosLa storia della Sacra Montagna

Renato D’antiga

In quest’opera, Renato D’Antiga ricostruisce la storia della Sacra Montagna con un breve scritto sulla preistoria mitica del Monte Athos.

Con un breve scritto sul mito e la “preistoria” della sacra montagna di Lorenzo Casadei

Ed una scheda di Lorella Gratani sulla particolare flora della penisola.

Dello stesso autore:
Luci dal Monte Athos, 2004
Guida alla Venezia Bizantina, 2005
Venezia, Il Porto dei Santi, 2008
Venezia e l’Islam, santi e infedeli, 2010
Il deserto e l’occidente, 2010
La Venezia nascente, 2012
San Marco, un santo di stato, 2015

 

Formato: 13,5 x 21 cm., Pagine: 112, ISBN: 88-89466-22-3 Prezzo: € 12,00

Recensione di Venezia e l’Islam

Da “Il Sole 24Ore” del 20/3/2011

Scorrerie per trovare reliquie di santi
di Camilla Baresani

È il 2 luglio 1571. Nella basilica di San Marco, a Venezia, una cerimonia solenne proclama l’alleanza della Lega Santa. Da un lato, Papa Pio V, il re di Spagna Filippo II e la Serenissima; dall’altro, Solimano il Magnifico, che ha conquistato Cipro, baluardo della cristianità latina e fonte di ricchezza e traffici per Venezia. Alla cerimonia segue una parata politico-religiosa di sfarzo inaudito. Argenterie e ori esposti su tribune mobili. Una di queste, come riporta un documento del tempo, raffigurava «una barchetta guidata da un moro nudo con le ale e le corna che pareva proprio un diavolo, credo che rappresentava Caronte, e nella sua barca vi era dentro un vestito da turco». E poi il Doge, ambasciatori e «gentil’huomini Veneziani vestiti tutti di cremisino, non vi dico poi il rumore e le allegrezze che si fece di campane… tale che non si vide mai il più bello apparato da che Venezia è Venezia». Quasi dispiace non esserci stati quel giorno, col moro nudo e i veneziani drappeggiati di velluti, rasi e damasco. Ma è uno dei pochi momenti festosi raccontati in Venezia e l’Islam dal bizantinista Renato D’Antiga, studioso del culto delle reliquie di santi orientali. Dall’840, data di una disastrosa sconfitta della flotta veneziana contro i turchi a Taranto, fino al 1716, con la vittoria trionfale di Corfù, D’Antiga ci racconta il conflitto di civiltà e traffici che caratterizzò il fitto rapporto tra Venezia e l’Islam. Il resoconto, interessantissimo e ricco di dettagli iconografici (il libro è corredato di molte illustrazioni), mostra una conflittualità continua e spietata. Ecco per esempio cosa successe al governatore di Cipro Marcantonio Bragadin, che resisteva nella fortezza di Famagosta dopo lo sbarco degli ottomani: il comandante turco Mustafà lo catturò e lo fece scuoiare vivo, per poi impagliarlo e spedirlo a Costantinopoli come trofeo da conservare nell’arsenale. Ma nel 1580 la famiglia Bragadin riuscì a far trafugare il macabro reperto, facendolo poi collocare nella chiesa dei santi Giovanni e Paolo, sotto un suo busto a grandezza naturale. Non si contano le scorrerie dei veneziani per trafugare reliquie di santi. Del resto, la storia stessa di Venezia inizia con un avventuroso furto di spoglie sacre. Le popolazioni venetiche, rifugiate in laguna per sfuggire ai barbari e sottoposte alla blanda tutela dell’imperatore di Costantinopoli, cominciarono a temere di finire sotto l’occhiuto e turbolento dominio carolingio. Per rafforzare il nascente ducato, c’era bisogno di un nuovo santo patrono, che unisse il presente con i primordi della predicazione evangelica nella Venetia. Si decise dunque che l’evangelista Marco, il cui corpo era custodito nella chiesa di Bucoli ad Alessandria d’Egitto, diventasse il talismano religioso – e soprattutto politico – di cui la città e il Doge avevano bisogno. Ma l’Egitto era caduto in mano agli arabi, e fu solo grazie agli stratagemmi di due mercanti veneziani che si riuscì nella “translatio” del corpo del patrono di Alessandria. In seguito alla IV crociata, a partire dal 1204, cominciò ad affluire a Venezia una gran quantità di reliquie di santi orientali. Tra furti, scambi e regali, oggi le chiese veneziane custodiscono più di un centinaio di frammenti sacri. Con la guida di Venezia e l’Islam, potete costruirvi un singolare itinerario veneziano, sulla traccia di questi cimeli corporali per il cui possesso persero la vita in tanti.

Da “Studia Patavina” dell1//2012
 di Giorgio Fedalto

E’ un piccolo libro che si legge volentieri presentando aspetti diversi della storia di Venezia dalle sue origini, in connessione con scontri e incontri con l’islam. Si direbbe una storia attuale se non fossero mutate le componenti storiche di fondo. La globalizzazione del pianeta, i concetti di libertà, fraternità, uguaglianza, i drammi che deriverebbero da guerre nucleari spingono, finché ciò sia possibile, a cercare costantemente operazioni di pace. Allora era tutto diverso. Venezia si difendeva da Genova in ragione del loro commercio a Bisanzio e nell’impero, si opponeva ai saraceni o trovava degli accordi con loro fino ai limiti delle proprie possibilità e delle proprie difese. Per di più, allora, credendo in un Dio protettore e in una Theotokos, Madre di vittoria, i veneziani vi ricorrevano abitualmente, in guerra e in pace. Preghiere, processioni, voti erano costantemente all’ordine del giorno e cos’ quanto ricordava santi antichi e piœ recenti. Ci˜ spiega pure la grande devozione per le reliquie, che soprattutto un impero come quello bizantino fondamentalmente cristiano cercava e conservava: devozione incrementata a cominciare dagli esponenti della casa imperiale, che spesso regalava reliquie per benefici ricevuti da Venezia per l’aiuto, anche militare, prestato loro in contingenze difficili. Il sacro entrava cos’ nella vita quotidiana ed era la reale garanzia di fronte al pericolo incombente, solitamente di provenienza saracena.

Fa piacere leggere queste pagine anche perché l’A. non manca di aggiungere alla bibliografia su storia politica e civile pure quella religiosa. Appunto la religione cristiana era l’anima della Repubblica veneziana, per cui non si potrebbe scriverne la storia ignorandola.

 

Venezia e l’Islam

 


Venezia e l'IslamSanti e infedeli

Renato D’antiga

Dall’840, quando Venezia subì una catastrofica sconfitta navale alla trionfale vittoria veneziana di Corfù del 1716 contro i turchi, la storia di Venezia e quella delle genti islamiche si intrecciano a più riprese.
In questo prezioso libro, ricco di documentate precisazioni e di riferimenti iconografici, la narrazione storica sarà arricchita dal racconto di episodi fondanti della storia della spiritualità veneziana. Dalle origini del patronato spirituale di S. Marco a Venezia (del quale si presenta un inedito riscontro storiografico), al culto dei santi introdotti dalla Repubblica di Venezia in occasione delle guerre combattute contro i Saraceni e i Turchi. Fra questi anche santa Giustina, e sant’Antonio da Padova.

Maometto II

Dello stesso autore:

Luci dal Monte Athos, 2004
Guida alla Venezia Bizantina, 2005
Storia e spiritualità del monte Athos, 2007
Venezia, Il Porto dei Santi, 2008
Il deserto e l’occidente, 2010
La Venezia nascente, 2012
San Marco, un santo di stato, 2015

Recensioni

Formato: 13,5 x 21 cm., Pagine: 156 (un sedicesimo a colori), ISBN: 88-89466-42-1 Prezzo: € 16,00

Luci dal monte Athos


Luci dal monte AthosDa un pellegrinaggio alla Sacra Montagna

Renato D’Antiga

Un piccolo libro di viaggio nel cuore della spiritualità ortodossa attento alla storia ed alla storia dell’arte, ma anche ricco di riflessioni filosofiche e teologiche. Il libro è arrichito dalla prefazione di Francesco Maria FonteBasso e da un breve scritto di Alain Daniélou sull’Athos.

 

Nella splendida icona che apre e protegge questo libro san Macario il Romano è accompagnato da due leoni che gli stanno accanto mansueti come agnellini, anch’essi investiti dalla luce e rapiti nella contemplazione della Gloria: rappresentano la parte irrazionale dell’anima, la concupiscenza e l’irascibilità, domata, pienamente pacificata e volta al bene. Chi è giunto all’unificazione con il Divino conosce realmente se stesso e vive in perfetta armonia con le creature.”
Dalla Presentazione di F.M. Fonte Basso

L’impressione che ho ricevuto dai primi due monasteri athoniti che ho visitato è che il monachesimo non è un’istituzione, ma una scelta di vita, una conversione quotidiana. Il monaco è il filosofo, il sapiente, è colui che si dedica all’incessante ricerca e allo studio della Sapienza Divina, rivelatasi attraverso le Scritture. Egli è come una falena che corre verso il fuoco dell’amore per disintegrarsi in esso.”
Renato D’Antiga

L’Athos è un luogo magico. E’ isolato da sempre dal mondo esterno e la natura ha lì conservato una fantasia, una libertà, una ricchezza sorprendenti. Vi sono centinaia di varietà di piante che non esistono più altrove. Alla fine di quella lunga penisola, svetta l’alto monte che Poseidone vi portò dall’Asia. Fu il primo Olimpo. Monaci solitari occupano ancor oggi le celle scavate nella roccia dove, prima di loro, abitarono gli eremiti dionisiaci.
Da La Grecia e l’Athos di Alain Danielou

Dello stesso autore:
Guida alla Venezia Bizantina, 2005
Storia e spiritualità del monte Athos, 2007
Venezia, Il Porto dei Santi, 2008
Venezia e l’Islam, santi e infedeli, 2010
Il deserto e l’occidente, 2010
La Venezia nascente, 2012 e San Marco, un santo di stato, 2015

Recensione

Formato: 13,5 x 21 cm., Pagine: 86 con 16 tavole colori, ISBN: Prezzo: € 12,50

Guida alla Venezia Bizantina

 

Guida alla Venezia bizantina

Renato D’Antiga

Santi, reliquie ed icone della Venezia bizantina (seconda edizione)

Dopo una breve e densa ricostruzione delle origini bizantine della città lagunare, l’autore illustra il culto dei santi orientali nella Serenissima.
Lo studio delle icone e delle reliquie custodite nelle chiese veneziane fa di questo piccolo libro riccamente illustrato e corredato di mappe, una preziosa e insolita guida ad un’inedita Venezia.

Per comprendere il culto delle reliquie è meglio tralasciare i pregiudizi contemporanei e rivolgersi alla tradizione cristiana più antica.[…] La chiesa, soprattutto in Oriente ha elaborato una “teologia delle reliquie” che si ricollega alla théosis, ossia alla dottrina della deificazione. Non deve dunque destar meraviglia che i veneziani, favoriti dall’occasione, si impossessassero di numerosi corpi di santi per render la città un centro di riferimento religioso nella cristianità del tempo, anche se talvolta in maniera discutibile. Venezia per tutto il medioevo rimase una città profondamente cristiana, come dimostrano pure le diverse espressioni artistiche più antiche e le numerose chiese costruite sin dalle origini. Il suo modello fu Costantinopoli, nata cristiana come Venezia.

Luci dal Monte Athos
Storia e spiritualità del monte Athos
Venezia, Il Porto dei Santi
Venezia e l’Islam, santi e infedeli
La Venezia nascente

San Marco un santo di stato
Il deserto e l’Occidente
La Roma bizantina in Arte e culti dell’oriente cristiano a Roma e nel Lazio  Claustri laziali in Il Regno di Giano

Formato: 13,5x21 cm, Pagine: 64, ISBN: 88-89466-04-9 Prezzo: € 11,00

La Venezia nascente

Venezia nascenteRenato D’Antiga

In questo saggio, frutto di un lavoro decennale, si ricostruiscono le origini di Venezia. Accanto alla storia civile, si narra anche la storia religiosa attraverso le istituzioni ecclesiastiche e i culti dei santi, che ebbero nell’antico ducato un’importanza rilevante, come quello, in particolare di san Marco.

 

Sommario

I.  Da Aquileia a Grado
II.  Da Grado alla Civitas RIvoaltoina
III.  Da provincia bizantina a Ducato autonomo
IV.  L’età degli Orserolo
Dello stesso autore:

Luci dal Monte Athos 
Guida alla Venezia Bizantina
Storia e spiritualità del monte Athos 
Venezia, Il Porto dei Santi
Venezia e l’Islam, santi e infedeli
San Marco un santo di stato
Il deserto e l’Occidente
La Roma bizantina in Arte e culti dell’oriente cristiano a Roma e nel Lazio  Claustri laziali in Il Regno di Giano 

Recensioni

Formato: 13,5 x 21 cm., Pagine: , ISBN: 978-88-89466-79-7 Prezzo: € 16,00

Renato D’Antiga

Renato D’Antiga, nato a Venezia, si occupa di storia della spiritualità ortodossa ed è autore di saggi sull’esicasmo e sul Monte Athos. Ha inoltre studiato e pubblicato saggi sulle antichità ecclesiastiche, l’agiografia e la storia civile e religiosa di Venezia.

Ha scritto numerosi articoli di carattere culturale e scientifico.

Fra i suoi libri ricordiamo: Gregorio Palamas, Difesa dei santi esicasti, Padova 1989; Gregorio Palamas e l’esicasmo, Milano 1992; Simeone il Nuovo Teologo, La visione della luce, Padova 1992; L’icona nella Chiesa Ortodossa, Padova 1994; Lotario di Segni (Innocenzo III), Il disprezzo del mondo, Parma 1994; L’esicasmo russo, Milano 1996.

Per CasadeiLibri ha edito

Luci dal Monte Athos 2004
Guida alla Venezia Bizantina 2005
Storia e spiritualità del monte Athos 2007
Venezia, Il Porto dei Santi 2008
Venezia e l’Islam, santi e infedeli 2010
Il deserto e l’Occidente, 2010
Roma bizantina in Arte e culti dell’oriente cristiano a Roma e nel Lazio 2010
Claustri laziali in Il Regno di Giano 2012
La Venezia nascente 2013
San Marco un santo di stato 2014

 

Fatti di fuoco

Taiten Guareschi

Fatti di fuoco“Strafatti di fuoco, ardore gratuito, grande fiammante falò, olocausto, auto-immolazione che non lascia tracce di sé forgiandosi con, attraverso e nelle viscere del fuoco. Lo zazen che facciamo non resterà. Non resterà quello che facciamo. Atroce rogo, (involontaria) convinzione che proprio quel corpo in fiamme pervaderà, con quello scintillante sacrificio, l’intero vasto spazio vuoto. Nello stesso tempo zazen è eterno. Ma qual è quello zazen che è per sempre? Quello al quale premettiamo la morte, cioè il nascere-morire come la prima grande questione, il primo grande avvenimento. ‘ichi dai ji’. Quello che resterà non è il nostro sforzo di fare meglio, di progredire. Quello che rimarrà di noi è il superfluo, l’inutile. Quel che resterà sarà celebrazione, il fatto di impegnarsi totalmente in cose assolutamente superflue. Il nostro superfluo comunica superfluo dell’eternità. Quando scriviamo morte, quel che si pone all’altezza della morte è vestire bene, un buon abito, pettinarsi o rasarsi, come i trecento delle Termopili fecero prima di affrontare il grande esercito di Serse.” (Taiten Guareschi)

Con lo scritto “Camminando fra le nuvole, armati di ardente desiderio” di Filippo Attendendo.

Dello stesso autore: Fatti di nebbia e Fatti di terra

Formato: 13,5 x 21 cm., Pagine: 156, ISBN: Prezzo: € 16,00

Fatti di Terra

Taiten GuareschiFatti di terra

Nel Buddismo zen è detto:
Un solo incontro, una sola volta; ogni volta non è che un incontro”.

“Quando ho conosciuto il mio primo maestro io avevo 19 anni, lui 50. Tredici anni di frequentazione sempre più intensa. Oggi avrebbe 85 anni e io poco meno della sua età quando l’ho incontrato. Il maestro parlava dei trent’anni vicino a Sawaki R o shi e oggi sono trent’anni anche per me. Sono felice di sapere che abbiamo un cuore in comune. È bello avere dei pensieri, scambiarseli. È bello, dopo aver fatto il proprio lavoro, potersi ritirare con un amico a meditare sulla vita. È importante, perché la vita si consuma in pochissimo tempo…”

Avviene soltanto l’inevitabile… sempre immersi in un tutto inscindibile: Dal silenzio alla parola sporcandosi le mani.
Gli scritti del più noto maestro zen italiano.

Dello stesso autore: Fatti di nebbia e Fatti di fuoco

Formato: 13,5 x 21 cm., Pagine: 128, ISBN: 88-89466-28-5 Prezzo: € 12,00