Il Mondo dei Jinn

Il mondo dei jinn

L’Islam, gli arabi e il regno inivisibile dei geni 

Le credenze riguardanti i jinn sono profondamente radicate nella cultura e nella religione islamica. Queste entità compaiono di frequente nelle leggende, nei miti, nella poesia e nella letteratura. Nel suo libro Il mondo dei jinn, L’Islam, gli arabi e il regno invisibile dei geni Amira El-Zein analizza il ruolo centrale che queste figure mitologiche rivestono nella comprensione della cultura e della tradizione del mondo musulmano. 

A completamento dell’opera, una ricca appendice dedicata alle diverse categorie di jinn, curata dalla stessa autrice, e un breve studio di Lorenzo Casadei intitolato René Guénon e i jinn, offrono ulteriori spunti di riflessione.

Amira El-Zein è una studiosa, poetessa e traduttrice che scrive in inglese, arabo e francese.  Ha pubblicato due raccolte di poesie, The Book of Palm Trees, Bedouins of Hell e The Jinn and Other Poems. Tra le sue traduzioni del poeta Mahmoud Darwish ricordiamo Palestine as Metaphor (2025) e i contributi per Unfortunately it Was Paradise, a cura di Carolyn Forche e Munir Akash (2003). È anche co-curatrice del libro Creativity and Exile (1996). Attualmente insegna alla Georgetown University School of Foreign Service in Qatar. Islam, Arabs, and the Intelligent World of the Jinn (Syracuse University Press, 2009), è stato acclamato negli Stati Uniti c ha avuto diverse ristampe.

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Il simbolismo del tiro con l’arco e il simbolismo della spada

Ananda Kentish Coomaraswamy

Dopo aver introdotto il lettore al significato primordiale della spada, Ananda Coomaraswamy illustra il simbolismo del tiro con l’arco che si cela ormai dietro l’apparente dimensione sportiva. L’autore intraprende quindi un viaggio che parte dalle corporazioni in Turchia, alle quali si era iniziati solo se in possesso delle necessarie qualificazioni, passa per l’India, e approda in Giappone dove ogni gesto dell’arciere obbedisce a ragioni trascendenti.

Recensioni

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La Cucina degli angeli

cucina copertinaLuc Benoist

La beauté seule peut transformer en charité son propre mépris

Traduzione di Francesco Maria Fonte Basso
In quest’opera, premiata dalla Revue Universelle nel 1930 con lo stesso titolo del noto quadro di Murillo esposto al Louvre che rappresenta un miracolo di San Giacomo, e che può simboleggiare il meccanismo dell’ispirazione, l’autore esamina in tutti i suoi aspetti il processo della creazione intellettuale e propone al lettore un centro comune che comanda le più differenti realizzazioni. Ricco di contenuti e di suggestioni indefinite, come dice Gabriel Marcel nella sua prefazione, questo saggio incanterà gli appassionati d’estetica e li condurrà alla soglia dei grandi principi, quelli di Leibniz, di Platone, e delle dottrine tradizionali la cui rinascita è il carattere spirituale più sorprendente della nostra epoca.

Formato: 13,5 x 21 cm., Pagine: € 122, ISBN: 88-89466-33-6 Prezzo: 12,00

Luc Benoist

Luc Benoist (1893-1980) è stato assistente al Musée de Versailles e conservateur honoraire des Musées de France. A partire dal 1928, iscopre l’Opera di René Guénon che lo spinge a modificare ed orientare la propria prospettiva. Corrispondente di Guénon all’epoca già al Cairo, divenne collaboratore regolare della rivista Études Traditionnelles.

Autore di numerosi scritti sull’arte come La Sculpture romantique, Paris, 1928, La Renaissance du Livre. Art du Monde, la spiritualité du metier, tra i sui libri tradotti in italiano ricordiamo: Segni, simboli e miti. – Milano : Garzanti, 1976 e Il Compagnonaggio e i mestieri – Amiedi, Milano.

Lo Specchio del Gesto

Specchio del GestoAnanda Coomaraswamy

Abhinaya Darpana di Nandikesvara

Il breve compendio noto come Lo specchio del Gesto (o della coreutica) nella versione di Ananda Coomaraswamy realizzata in collaborazione con Gopala Kristnayya Duggirala.

 

 

Il linguaggio dei gesti, dei piedi, del volto e delle mani sono svelati nel classico, Abhinaya Darpana di Nandikesvara, che viene fatto risalire ad un’epoca anteriore al XIII secolo d. C.
Questo libro è la traduzione di un antico trattato indù sull’arte del teatro e della danza (l’uno e l’altro sono denominati in sanscrito con la stessa parola, natya); qui si tratta, naturalmente, di un’arte rigorosamente tradizionale, la cui origine è riferita a Brahma stesso e situata all’inizio del Treta-Yuga. In essa tutto ha un significato preciso, e di conseguenza nulla può essere demandato alla fantasia individuale; i gesti (sopratutto i mudra, o segni formati dalle posizioni delle mani) costituiscono un vero linguaggio ieratico, che del resto si ritrova in tutta l’iconografia indù.
                                                                                              René Guénon
(Estratto dalla recensione dell’edizione americana di The Mirror of Gesture apparsa su Le Voile d’Isis nel 1936)

Traduzione di Marianna Biadene

Formato: 13,5x21 cm, Pagine: 176, illustrato, ISBN: 88-89466-34-6 Prezzo: € 16,00