Miyazawa Kenji 宮沢賢治

Kenji alla lavagna

Miyazawa Kenji (1896-1933) nasce nella prefettura Iwate, ad Hanamaki nel Tōhoku, una delle aree più fredde e selvaggie di tutto il paese. La società locale prevalentemente agricola e il variegato paesaggio, ricco di cromie che spaziano dal verde intenso delle stagioni calde al bianco brillante delle vallate innevate in inverno, hanno un forte impatto sulla personalità dell’artista che emerge nei suoi numerosi racconti per l’infanzia (dōwa 童話), i cui protagonisti appartengono sovente al mondo animale e vegetale. Gli anni della formazione rappresentano per l’autore l’occasione di espandere i propri orizzonti: il fermento culturale dei grandi centri urbani favorisce la passione e gli studi del giovane Miyazawa nel campo della letteratura straniera, delle scienze naturali e dell’entomologia. Nonostante l’acceso conflitto con il padre che lo vorrebbe a gestire l’attività di famiglia, un banco dei pegni, dopo il conseguimento della laurea in Agraria porta avanti le proprie ricerche sui fertilizzanti presso l’Università di Morioka. Negli stessi anni, legge la traduzione giapponese del Sutra del Loto, esperienza tanto profonda che lo porta a convertirsi al buddhismo di Nichiren. Si appassiona alla musica classica, in particolare all’opera italiana e ai grandi compositori europei. È questo il periodo in cui prende piena forma la sua personalità artistica, che si intravede fin dai primi tanka e nelle letture degli anni dell’adolescenza, che spaziano dai sutra buddhisti alla narrativa russa. Gli studi in campo scientifico si fondono con un immaginario personale coltivato nel tempo attraverso il contatto con forme di espressione artistica appartenenti a contesti culturali diversi e una solida spiritualità radicata nell’animo, quella vocazione che negli anni a seguire lo conduce fino a Tokyo per diffondere gli insegnamenti del Sutra del Loto: tutto ciò emerge dai suoi dōwa, ai quali si dedica in maniera febbrile dal 1921 in parallelo all’attività di monaco itinerante.

Ben poche sono le opere che vedono le stampe mentre è in vita: la raccolta di poesie Haru to shura 春と修羅 (La primavera e gli asura, 1924), l’antologia di fiabe Chūmon no ōi ryōriten 注文の多い料理店 (Un ristorante pieno di richieste, 1924) e qualche altro scritto apparso su delle riviste letterarie. A dispetto di ciò, grazie all’attività di Miyazawa Seiroku (宮沢静六, 1904-2001), il fratello minore, l’opera omnia viene per la prima volta pubblicata tra il 1934 e il 1935 e, continuando a incontrare sempre più il favore dei lettori, si giunge alla storica edizione critica in quattordici volumi edita nella metà degli anni Settanta. A pochi anni dalla morte, avvenuta nel 1933 per tubercolosi, la popolarità di Miyazawa è già grande e soprattutto legata ai dōwa e ai racconti di media lunghezza, quali il celebre Kaze no Matasaburō 風の又三郎 (Matasaburō, il fanciullo del vento, 1934),  la  storia di un adolescente di origine meravigliosa che vive nel Tōhoku. A partire dagli anni Settanta, poi, si assiste a un vero e proprio boom di Miyazawa che si riflette nei lavori di artisti operanti anche in campi diversi da quello della letteratura, come nel caso di Gingatetsudō 999 銀河鉄道999 (Galaxy Express 999), il successo internazionale del disegnatore Matsumoto Reiji (n. 1938) che riprende l’immagine del treno itinerante nello spazio di Gingatetsudō no yoru 銀河鉄道の夜 (Una notte sul treno della Via Lattea, 1934). Nonostante la loro classificazione come “letteratura per l’infanzia” (jidō bungaku 児童文学), le fiabe di Miyazawa sono molto lette anche dagli adulti e oggi sono oggetto di ampio dibattito critico a livello internazionale. Come osserva la critica Muramatsu, è proprio la preponderanza di dōwa nella produzione ad aver portato Miyazawa a ricevere scarsa attenzione da parte degli studiosi della storia letteraria “ufficiale” del suo tempo, concentrati prevalentemente sugli scrittori di romanzi in stile occidentale. L’occhio attento al mondo della natura e l’animo sensibile di questo autore fanno facilmente breccia nel lettore, coinvolgendolo in un insieme di scene brevi e incisive che nascondono una molteplicità di piani di lettura al loro interno.