Uchida Eizō (1889-1971), in seguito conosciuto come Hyakken 百間 (Cento intermezzi) e Hyakkien 百鬼園 (Cento giardini demoniaci), nasce a Okayama, unico figlio di una famiglia di produttori di sake. Se il rapporto con il padre – uomo autoritario e dal carattere forte – non è semplice, l’affetto che più incide sull’infanzia di Hyakken è la nonna, di cui si trovano numerose tracce nelle produzioni giovanili e in alcuni scritti dell’età matura: tra questi, in particolare, spicca il racconto breve Shūkurīmu シュークリーム (Bignè alla crema, 1908) – incluso anche in una recente antologia di racconti moderni e contemporanei incentrati sugli “spuntini” (oyatsu)– in cui Hyakken ricorda la nonna che esce di casa nottetempo per acquistare il dolce tanto desiderato. Al liceo studia poesia sotto la guida del compositore di haiku Shida Sokin (1875-1946) ed è proprio questi a suggerirgli di inviare a Natsume Sōseki, che all’epoca iniziava a imporsi al pubblico, lo shaseibun 写生文 (“prosa bozzettistica”) Rōbyō (Vecchio gatto, 1908) pubblicato poco prima su una rivista per scrittori in erba. Come si riscontra anche in uno dei numerosi pseudonimi giovanili, Ryūseki 流石 (Meteora), Hyakken dimostra una forte ammirazione nei confronti di Sōseki e una delle sue massime aspirazioni è formarsi sotto l’egida di questi. Lo shaseibun evidentemente sortisce l’effetto sperato e così, parallelamente ai corsi di Letteratura Tedesca presso l’Università di Tokyo, dal 1911 Hyakken entra a far parte del Circolo del Giovedì (Mokuyōkai 木曜会), il ritrovo per intellettuali che Sōseki organizza nella sua residenza situata nel quartiere di Waseda, il Sōseki Sanbō. È qui che fa la conoscenza di vari personaggi essenziali nella sua carriera futura, come il celebre scrittore Akutagawa Ryūnosuke (1892-1927) e gli amici Terada Torahiko e Suzuki Miekichi (1882-1936), ma soprattutto inizia a dimostrare interesse per i gatti: come sottolinea Oka Masao, direttore del Museo “Uchida Hyakken” di Okayama, negli anni che precedono l’incontro con Sōseki Hyakken non ha mai dato prova di essere un amante dei felini, ma il rapporto osmotico con il maestro e il tempo trascorso con il gatto di questi hanno evidentemente mutato i gusti dello scrittore. Come Terada Torahiko e altri membri del Circolo del Giovedì, anche Hyakken inizia ad allevare un gatto in casa. Tuttavia, nel suo caso sarebbe più corretto affermare che l’animale si stabilisce arbitrariamente nell’abitazione dello scrittore: l’incontro con Nora ノラ, il primo dei due felini amati dallo scrittore, avviene per un caso ma mano a mano il loro rapporto si fa tanto profondo che alla morte dell’animale l’artista precipita in uno stato di depressione da cui solo la scrittura riesce a risollevarlo. Frutto di questo momento critico è il componimento Noraya ノラや (Nora!, 1957), che se da un lato rappresenta un’elegia dedicata all’animale scomparso dall’altro contiene un messaggio di affetto nei confronti del suo nuovo gatto, Kurtz クルツ, il cui nome è ispirato al pianista cecoslovacco Vilém Kurtz (1872-1945). In qualità di uno dei principali correttori di bozze di Sōseki, dopo la morte del maestro Hyakken contribuisce alla realizzazione dell’opera omnia curando in particolare l’uniformità del kanazukai, esperienza che in seguito lo porta a pubblicare Natsume Sōseki zenshū kōsei bunpō 夏目漱石全集校正文法 (1917) ovvero “Correggere le bozze dell’opera omnia di Natsume Sōseki”. Diversi sono i lavori che Hyakken dedica a Sōseki negli anni a seguire, di volta in volta presentandone particolari della vita in chiave comica, come in Sōseki Imō 漱石遺毛 (I peli tagliati Sōseki, 1934), o attraverso la riscrittura, come per Gansaku wagahai wa neko de aru 贋作吾輩は猫である (Il falso “Io sono un gatto”, 1949), parodia del celebre Io sono un gatto in cui il felino torna miracolosamente in vita pronto a un nuovo confronto con il mondo. Il legame con la famiglia Natsume rimane forte nel corso di tutta la carriera, in particolare attraverso l’amicizia con il sesto figlio del maestro, Natsume Shinroku, da cui riceve in dono i dischi e il grammofono di Sōseki, oggetti alla base dell’ispirazione per uno dei suoi capolavori, Sarasāte no ban サラサーテの盤 (Il disco di Sarasate, 1948). Racconto visionario in cui i quattro protagonisti sono trasportati in una dimensione immaginaria ascoltando un disco del violinista spagnolo Pablo de Sarasate (1844-1908), il romanzo scelto dal regista Suzuki Seijun come ispirazione per il film Zigoineruwaizen (Zigeunerweisen, 1980) che apre la sua celebre trilogia. La critica considera quest’opera il picco massimo raggiunto dalla mano di Hyakken, ma come dimostra in Nora! e nella serie di racconti di viaggio Ahō ressha 阿房列車 (Il treno per il Palazzo Epang, 1950-1955), il suo estro non accenna mai a scemare, rivelando invece una propensione sempre maggiore a indagare i misteri di luoghi fantastici e sconosciuti popolati da esseri sovrannaturali.
(scheda di Diego Cucinelli)