Recensioni Sulle strade dell’Avventura

Da Il Sole 24 Ore del 14/8/2010

L’avventura secondo Pratt
di Giovanna Mancini

Tutto ha inizio con un trasloco in uno studio fotografico milanese, circa un anno fa. Il fotografo in questione – catanese di origine ma meneghino di adozione – è Pino Ninfa, testimone con la sua fotocamera di tanti festival jazz ed eventi musicali, nonché autore di reportage da terre lontane. Mentre riordinava gli scatoloni da trasferire nel nuovo studio, gli capitò tra le mani una scatola con le immagini scattate nel 1994 a Hugo Pratt nella sua abitazione di Grandvaux, in Svizzera, dove sarebbe morto l’anno successivo. «Fu una folgorazione – racconta Ninfa – un incontro che fece riemergere ricordi e scattare associazioni». Di lì la decisione di un “omaggio a Hugo Pratt”, da cui prende il titolo un volume in uscita in autunno per l’editore Casadei, le cui immagini sono state esposte nei giorni scorsi al Caffè Quadri di Venezia, in occasione del Venezia Jazz Festival. Di omaggi al grande “fumettaro”, come lui stesso amava definirsi, se ne contano parecchi negli ultimi tempi.
Tra i tanti ricordiamo la recente pubblicazione per Rizzoli Lizard di Hugo Pratt – WWII – Storie di guerra, che raccoglie le tavole dedicate agli anonimi soldati morti durante il secondo conflitto mondiale e a suo tempo pubblicate dalla casa editrice inglese Fleetway. Ma quello di Ninfa non è un omaggio “convenzionale”. Il suo volume si articola in nove tappe che non raffigurano «i luoghi di Hugo Pratt», come potrebbe lasciar intendere il titolo, ma sono piuttosto evocazioni, idee, immagini in cui, spiega il fotografo, «Pratt si sarebbe riconosciuto, perché a tenerle unite è l’idea del viaggio, dell’avventura, che nell’opera del fumettista veneziano sono fondamentali». Sin da giovanissimo, quando seguì in Abissinia il padre militare, Pratt si appassionò al fumetto di avventura di Milton Caniff, un riferimento costante per la sua attività. Instancabile giramondo, anima inquieta e sempre desiderosa di movimento, per tutta la vita Pratt disegnò e inventò storie – comprese quelle del suo celebre e affascinante marinaio Corto Maltese – ispirandosi ai grandi romanzi d’avventura di Conrad e Melville, di Lewis e Dumas. Lui stesso scrisse romanzi d’avventura, sempre legati ai suoi fumetti, come Una ballata del mare salato o Corte Sconta detta Arcana. Ecco allora che il sottotitolo del libro di Pino Ninfa («Sulle strade dell’avventura») si comprende meglio. Nove le avventure scelte dal fotografo: Cuba e la Porsche di Hemingway, Rimbaud e Villa Arconati, Michel Petrucciani al pianoforte, le sabbie dell’Etiopia, il Tango, il Blues, le chiese rupestri, e infine i ritratti allo stesso Pratt nel suo studio svizzero e gli scatti in quella Venezia che lui amò e in cui ambientò molte delle avventure di Corto Maltese. «Questi nove capitoli – spiega – sono altrettanti luoghi o concetti che raccontano i miei viaggi. Ho impiegato mesi a scegliere le immagini, alla ricerca di quelle che meglio rendessero l’idea di avventura di Pratt». Sono «luoghi ripercorsi anche solo in sensazioni», scrive Fulvia Serra nell’introduzione al volume, in cui Hugo Pratt è «il grande assente, che come un’ombra buona si diffonde su tutta l’avventura immaginaria».
L’avventura del resto, precisa Ninfa «non ha coordinate precise e sono certo che Pratt stesso avrebbe apprezzato la scelta di queste tappe, evocative e non descrittive». Come il terzo capitolo, in cui il pianista jazz Michel Petrucciani è raccontato attraverso la sua ombra. «Per anni ho seguito i suoi concerti scattandogli foto – dice l’autore del libro – ma il suo aspetto fisico (era un nano, ndr) non mi permetteva di restituire la bellezza della sua musica e della sua persona. Un giorno per caso riuscii a fermare la sua ombra su una parete e mi parve di aver dato finalmente giustizia alla sua musica». O come il capitolo «Incontri», ambientato a San Lazzaro degli Armeni, un’isola della laguna veneziana tanto cara a Pratt: «Anche solo stando seduto al pontile dei vaporetti – racconta il fotografo – puoi imbatterti in storie che vale la pena raccontare».